31 LUGLIO
IL 15° RAPPORTO ANNUALE AIBE - L’INTERNAZIONALIZZAZIONE DEL SISTEMA ECONOMICO E PRODUTTIVO ITALIANO
CORPORATE FINANCE
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Il 15° Rapporto Annuale AIBE si apre con un’analisi del contesto economico internazionale e delle implicazioni per l’Italia. Il rallentamento globale, le nuove tensioni commerciali e l’incertezza geopolitica stanno incidendo sulla crescita e sulla fiducia di imprese e consumatori. In questo scenario, l’Italia registra una crescita modesta (PIL +0,7%), frenata da investimenti deboli e condizioni di credito restrittive, nonché dai rischi al ribasso legati al commercio estero.
Nonostante ciò, l’Italia migliora la propria attrattività per gli investitori internazionali, salendo, secondo il sondaggio del EY European Investment Monitor 2025, al 7° posto nella classifica europea degli IDE (Investimenti Diretti Esteri). Un risultato che si inserisce in un contesto favorevole, come confermato durante la riunione del Comitato Attrazione Investimenti Esteri (CAIE), svoltasi il 29 luglio 2025 a Palazzo Piacentini e presieduta dal ministro delle Imprese e del Made in Italy, Adolfo Urso, insieme al vicepresidente del Consiglio e ministro degli Esteri, Antonio Tajani, e al ministro dell’Economia, Giancarlo Giorgetti. In tale occasione, Urso ha evidenziato come nel 2024 l’Italia abbia registrato un record storico di investimenti esteri greenfield – oltre 35 miliardi di euro – superando Germania e Francia, anche grazie all’introduzione di un pacchetto di riforme di ampia portata, pensate per trasformare radicalmente il quadro regolatorio in materia di attrazione degli investimenti diretti esteri.
Debito pubblico
Secondo i dati della Banca d’Italia (BDS – Base Dati Statistica), a fine 2024 il debito pubblico italiano ha superato i 2.960 miliardi di euro, con un ulteriore aumento a oltre 3.030 miliardi a marzo 2025. La quota di debito detenuta da investitori esteri è salita dal 27,7% al 31,1% nel 2024, raggiungendo il 31,9% a febbraio 2025.
Gli investitori non residenti hanno effettuato acquisti netti record di titoli italiani per 167 miliardi di euro, il valore più alto degli ultimi vent’anni, attratti dai rendimenti competitivi e dalla relativa stabilità del mercato interno. La maggior parte di questi acquisti ha riguardato i titoli di Stato (125 miliardi di euro, pari al 75% del totale).
Prestiti Sindacati
Nel 2024, il mercato dei prestiti sindacati è cresciuto a 83,6 miliardi di euro, con un aumento del 69% rispetto al 2023. Gli operatori esteri hanno mantenuto un ruolo dominante, coprendo il 71% del mercato. Le operazioni cross-border hanno assunto un ruolo centrale, grazie soprattutto all’attività dei sindacati transnazionali composti da entità italiane e straniere. Nell’ultimo anno, il valore complessivo di queste operazioni è cresciuto da 27,1 a 49,9 miliardi di euro (+84%).
I settori Utility & Energy, Telecomunicazioni e Trasporti sono quelli in cui si registra la maggiore presenza di investitori esteri.
Nel primo quadrimestre del 2025, il mercato italiano è rimasto molto attivo, con emissioni per circa 29,8 miliardi di euro, di cui l’83% attribuibile a operatori esteri.
Capitale di Debito e di Rischio
Nel 2024, le emissioni di debito delle imprese italiane hanno raggiunto circa 189 miliardi di euro, in crescita del 13,4% rispetto al 2023. Gli operatori esteri hanno supportato l’81% del valore. I principali settori assistiti sono stati quello governativo, finanziario e utility & energia, che insieme rappresentano oltre due terzi del mercato totale e l’80% delle operazioni con soggetti esteri.
Per quanto riguarda il mercato azionario, le emissioni sono salite a quasi 6,8 miliardi di euro (+14% rispetto al 2023), con gli operatori esteri coinvolti in quasi la metà del valore complessivo delle tranche. Le operazioni con supporto estero presentano mediamente un valore doppio rispetto a quelle domestiche e riguardano principalmente i settori Oil & Gas, Food & Beverage e Automotive.
Private Equity e Venture Capital
Secondo AIFI (Associazione Italiana del Private Equity, Venture Capital e Private Debt), nel 2024 il mercato italiano del Private Equity e Venture Capital ha registrato una leggera contrazione rispetto all’anno precedente, scendendo a 9,4 miliardi di euro (-16,8%). Tuttavia, il numero delle operazioni è rimasto stabile (c. 825 deal) e la quota dei fondi esteri è salita al 51%, soprattutto nel segmento mid-market e nelle operazioni growth capital.
Il Venture Capital ha registrato investimenti per 1,4 miliardi (+27%), di cui circa il 40% effettuato da investitori esteri.
Fusioni e Acquisizioni (M&A)
Nel 2024 il mercato italiano dell’M&A ha registrato una crescita significativa, con un valore complessivo di circa 54 miliardi di euro (+14% rispetto al 2023) e oltre 1.250 operazioni (+8%). È stato rilevante il ruolo degli investitori esteri, che hanno partecipato al 32% delle operazioni con un controvalore pari a 28 miliardi di euro (il 52% del totale). I paesi più attivi sono stati Stati Uniti, Francia, Germania, Regno Unito e Cina. Notevole anche l’interesse del private equity internazionale, che ha contribuito con acquisizioni di aziende italiane in forte crescita o leader di nicchie.
Le acquisizioni italiane all’estero sono aumentate del 19% in termini di numero (184 deal) e del 23% in valore, raggiungendo circa 11,5 miliardi di euro. Le destinazioni principali sono state in Europa occidentale, Stati Uniti e Sud-Est asiatico.
Export Finance
Secondo SACE, nel 2024 il sostegno estero alle imprese italiane per export e internazionalizzazione è cresciuto, con operazioni per 44,8 miliardi di euro (39,9 miliardi di euro nel 2023). La quota di mercato degli operatori esteri è salita oltre il 54%, superando quella domestica.
Tra i principali paesi coinvolti figurano Francia, Spagna, Regno Unito, Stati Uniti, Germania e Cina.
Nel primo trimestre 2025, SACE ha mobilitato €7,6 miliardi (+€1 miliardo vs Q1-2024), di cui il 27% proveniente da operatori esteri, con quote maggiori in transizione ecologica e export.
Credito specializzato: factoring, leasing e credito al consumo
Nel 2024 il mercato italiano del credito specializzato resta pressoché stabile.
Nel factoring, il turnover si è mantenuto intorno a 290 miliardi, con una quota estera del 17% e un forte aumento del valore assoluto (+37%).
Il leasing ha registrato una leggera contrazione, con un valore dei nuovi contratti sceso a 33,4 miliardi di euro (-4,1%): Tuttavia la quota di mercato degli operatori esteri è rimasta stabile al 29,8%.
Il credito al consumo, invece, cresce a 70,7 miliardi (+4,8 miliardi di euro su base annua), con gli operatori esteri che mantengono oltre metà del mercato (56,3%) e crescono in valore.
Le banche estere in Europa a confronto
Il Rapporto si conclude con una panoramica del ruolo svolto dalle banche estere in un campione di Paesi europei (Francia, Germania, Spagna e Regno Unito), confrontato con la situazione italiana.
Debito pubblico:
La tendenza di lungo periodo (2015–2024) relativa alla quota di debito pubblico detenuta da investitori non residenti è simile nei diversi Paesi analizzati.
Francia, Germania e Spagna hanno mantenuto le quote più elevate, mentre Regno Unito e Italia mostrano valori medi più bassi, rispettivamente del 31,8% e del 32,7%.
L’Italia continua ad essere fortemente dipendente da investitori domestici, tra cui banche, investitori istituzionali e famiglie. Tuttavia, i dati del 2024 indicano un rinnovato interesse da parte degli investitori esteri.
Prestiti sindacati:
Le nuove emissioni sono aumentate del 50%, raggiungendo circa 757 miliardi di euro. Gli operatori esteri hanno avuto un ruolo rilevante in tutti i Paesi, con una quota media dell’11% nelle operazioni singole. La partecipazione sale al 70% se si includono i consorzi internazionali, con un picco dell’83% in Germania.
Mercati dei capitali:
Il Debt Capital Market vale 1.490 miliardi (+19% YoY). La quota di mercato riferita ai soli bookrunner esteri è risultata più elevata in Germania e Regno Unito. Se si considera anche la quota di consorzi internazionali, la penetrazione complessiva degli operatori esteri ha raggiunto in media l’88%, con un picco in Spagna (89%).
Anche l’Equity Capital Market è cresciuto in valore: da 52,2 a 63 miliardi di euro (+21% YoY), con variazioni rilevanti tra i Paesi: Spagna e Regno Unito con maggiori tassi di crescita; Italia in crescita del +14%; Francia e Germania in calo rispettivamente del –6% e –12%.
Verso mercati dei capitali più forti
In conclusione, per rafforzare la competitività e l’attrattività dei mercati dei capitali europei è fondamentale creare un ambiente favorevole agli investimenti esteri e sostenere la crescita economica. La strategia della Savings and Investments Union (SIU) punta a integrare i mercati finanziari europei, aumentare il ruolo dei risparmiatori retail e canalizzare capitali verso l’economia reale, con particolare attenzione a settori strategici. Banche forti e sovranazionali rimangono essenziali per stabilità finanziaria, sostenere le imprese e favorire lo sviluppo di un vero mercato unico europeo, più resiliente e competitivo.
A cura della Divisione Corporate Finance di Consilia Business Management
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