16 FEBBRAIO 2021
CI VOGLIONO POLITICHE ATTIVE PER FAR RIPARTIRE IL TURISMO
Redazione Consilia
Lo “Stato di crisi” del turismo, che potrebbe essere utilizzato per un evento eccezionale e che consentirebbe totale deroga sul montante di aiuti, non è stato richiesto dal governo italiano, commettendo un grave errore strategico.
Oggi i margini di manovra sono ridottissimi e il cosiddetto Ristori 5 è l’ultima chance per tutto il settore. L’enorme somma stanziata con un ulteriore sforamento di Bilancio va diretta a settori in estrema difficoltà come quello del turismo.
Il turismo non solo rappresenta un mercato fondamentale per l’economia del paese ma genera domanda per molte filiere ad esso connesse (alimentare, trasporti, comunicazioni, ecc.). Il suo peso reale sul Pil, pertanto, è molto maggiore del 14 % di Pil assegnatogli dalle statistiche e non può essere trattato come le altre filiere produttive.
Gli operatori di tutta la filiera turistica sono stremati, con alcuni cluster che sono a zero ricavi o quasi da un anno (eventi, terme, sci, alberghi business, ecc.) e invocano ristori, ma dato l’elevatissimo numero di aziende, i ristori non sono sufficienti e non rappresentano una prospettiva concreta.
Oggi, se si vuol fare qualcosa di serio, si deve puntare su pochi strumenti chiari che consentano di guardare avanti velocemente e le priorità oggi sono:
Le filiere connesse al sistema turistico italiano hanno necessità di guardare avanti traguardando il 2023 come anno di restart.
Purtroppo, gli strumenti reali per le imprese e la politica del lavoro finora attuati non sono stati sufficienti a frenare la tragedia umana, sociale, lavorativa che i lavoratori del settore turistico stanno vivendo.
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