05 NOVEMBRE
IL RAPPORTO DRAGHI: STRATEGIA PER LA CRESCITA E LA COMPETITIVITÀ DELL'EUROPA
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Il 9 settembre è stato pubblicato il rapporto Draghi sul futuro della competitività dell'Europa. Si tratta di un documento di circa 400 pagine che propone una strategia di crescita per l'UE e delinea le azioni necessarie per migliorarne la competitività. Il rapporto è allineato in molti aspetti con il rapporto Letta e dedica un intero capitolo ai servizi finanziari, con un focus particolare sul mercato dei capitali.
Il rapporto stima che saranno necessari investimenti aggiuntivi minimi tra i 750 e gli 800 miliardi di euro all'anno al fine di raggiungere gli obiettivi delineati per la competitività e la trasformazione dell’economia europea. Per finanziare tali ingenti investimenti, in particolare, il rapporto affronta due temi principali:
1. Ruolo del settore pubblico nei finanziamenti: Anche migliorando l'efficienza dei mercati dei capitali, ad esempio attraverso il completamento della CMU, il settore privato non sarà sufficiente per sostenere la quota più consistente degli investimenti necessari. Sarà quindi necessario un forte supporto del settore pubblico, attraverso incentivi fiscali e investimenti diretti da parte dei governi.
2. Riforme per aumentare la produttività: Le risorse finanziarie a disposizione del settore pubblico per sostenere gli investimenti necessari aumenteranno in proporzione all'impegno dell'UE nell'attuare riforme mirate a migliorare la produttività.
Il rapporto sottolinea come, a partire dagli anni '60, l'Europa abbia fatto un affidamento maggiore sulle banche rispetto ai mercati dei capitali per il finanziamento delle proprie aziende. Nonostante la crescita dei finanziamenti non bancari, le imprese europee continuano a dipendere molto dai prestiti bancari. Tuttavia, questa dipendenza varia tra i Paesi: mentre alcune nazioni, come i paesi scandinavi e i Paesi Bassi, hanno una maggiore integrazione con i mercati dei capitali, altre, tra cui Germania, Italia e Spagna, rimangono più legate ai prestiti bancari.
Una delle maggiori problematiche individuate dal rapporto è la frammentazione dei mercati dei capitali in Europa, che limita i flussi di risparmio e riduce l'efficienza dell'intermediazione finanziaria. Con la necessità di aumentare gli investimenti su vasta scala e in tempi rapidi, il rapporto presenta alcune proposte chiave per affrontare il problema.
1. Ridurre la frammentazione del mercato dei capitali: Il rapporto suggerisce di abbattere le barriere che frenano l'innovazione, la crescita delle imprese e i grandi progetti infrastrutturali in Europa. Si propone di aumentare la domanda di capitale di rischio e ampliare i volumi di finanziamento attraverso i mercati dei capitali.
Per raggiungere tale obiettivo, il rapporto propone di:
2. Aumentare la capacità di finanziamento del settore bancario: Le banche, secondo il rapporto, non sono nella posizione ideale per finanziare l'innovazione, che richiede investitori più tolleranti al rischio come venture capitalist e business angels. Il rapporto propone di rivitalizzare il mercato delle cartolarizzazioni per liberare capacità di bilancio per le banche. Suggerisce una revisione della regolamentazione prudenziale per semplificare l'accesso a questo strumento e migliorare la trasparenza e l'attrattività del mercato delle cartolarizzazioni. Inoltre, si raccomanda la creazione di una piattaforma dedicata a tali operazioni, supportata da garanzie pubbliche.
3. Utilizzare il bilancio dell’UE in modo più efficace: Il rapporto invita a migliorare l'uso del bilancio dell'UE concentrando i finanziamenti su priorità strategiche e semplificando gli oneri amministrativi. L'obiettivo è aumentare l'effetto leva dei fondi UE per sostenere investimenti strategici e innovativi, in particolare attraverso l'espansione dell'uso delle garanzie pubbliche.
4. Emissione di un safe asset comune europeo: Un altro obiettivo chiave è l'emissione di uno strumento di debito comune a livello europeo, liquido e privo di rischio, per finanziare progetti di investimento congiunti tra gli Stati membri. Questi progetti, come il finanziamento della ricerca e dell'innovazione o gli appalti nel settore della difesa, contribuirebbero a sviluppare un mercato europeo più profondo e integrato per le obbligazioni e i prodotti finanziari, rendendo i mercati più trasparenti e comparabili.
5. Semplificazione delle regole e rafforzamento della governance: Il rapporto suggerisce di estendere il voto a maggioranza qualificata nel Consiglio dell'UE a più settori e di ridurre il carico normativo sulle imprese. Viene proposto di nominare un vicepresidente della Commissione europea con l'incarico di semplificare la regolamentazione, riducendo il 25% degli obblighi di rendicontazione per le imprese, con particolare attenzione alle PMI.
Per costruire un mercato dei capitali europeo più robusto ed efficiente, come delineato dal Rapporto Draghi, è fondamentale per l’Italia portare in quotazione il numero più elevato possibile di aziende di medie dimensioni. Oggi, grazie a incentivi concreti come il credito d’imposta, le PMI italiane che scelgono di quotarsi su mercati regolamentati o sistemi multilaterali di negoziazione di uno Stato membro dell’Unione Europea o dello Spazio Economico Europeo possono usufruire di una copertura del 50% delle spese di consulenza, fino a un massimo di 500.000 euro. Questo incentivo, inizialmente introdotto dalla legge di bilancio 2018 e prorogato fino al 31 dicembre 2024 con il Decreto Legge Proroghe, rappresenta un supporto essenziale per le imprese italiane, facilitando l’accesso al capitale e offrendo nuove opportunità di crescita e competizione internazionale.
Questa strategia di sostegno, oltre a facilitare l’accesso delle PMI ai mercati, rafforza l’intero tessuto economico nazionale, contribuendo a stimolare innovazione, occupazione e investimenti, e avvicinando il Paese agli obiettivi di sviluppo economico delineati a livello europeo.
A cura della Divisione Corporate Finance di Consilia Business Management
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