10 MAGGIO
LA CORPORATE SUSTAINABILITY REPORTING DIRECTIVE (CSRD): OBBLIGHI DI RENDICONTAZIONE PIÙ STRINGENTI PER LE AZIENDE
CORPORATE FINANCE
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LA CORPORATE SUSTAINABILITY REPORTING DIRECTIVE (CSRD): OBBLIGHI DI RENDICONTAZIONE PIÙ STRINGENTI PER LE AZIENDE
La produzione normativa europea in materia di sostenibilità si avvia nel 2014 con l’approvazione della Non-Financial Reporting Directive (NFRD)¹ e si amplia ulteriormente con l’emanazione, il 14 dicembre 2022, della Corporate Sustainability Reporting Directive (CSRD)². Questa ultima Direttiva – incardinata nel c.d. Green Deal europeo, insieme ad una serie di iniziative volte a guidare l’UE verso una transizione verde – interviene, da un lato sulla vecchia normativa ampliando il perimetro di aziende che ne sono assoggettate, dall’altro, prevedendo obblighi di rendicontazione più stringenti.
Se, infatti, i soggetti obbligati ai sensi della NFRD erano le imprese di grandi dimensioni, con un numero di dipendenti medio pari o superiore a 500 e uno stato patrimoniale superiore a 20 milioni o un fatturato superiore a 40 milioni di euro, la nuova direttiva coinvolge i seguenti nuovi soggetti:
A partire dal 1° gennaio 2025, in riferimento all’esercizio 2024, sarà invece applicata la nuova normativa CRSD alle aziende che erano già soggette alla NFRD.
Uno degli aspetti che ha fatto più discutere gli esperti con riferimento alla emanazione della NFRD era rappresentato dalla asimmetria informativa: infatti, i report presentati dalle aziende non consentivano una effettiva comparazione dei dati in essi contenuti. Questo non garantiva agli stakeholder l’ottenimento delle informazioni al fine di valutare la strategia d’impresa sulle tematiche ESG e, agli shareholders, di valutare il rapporto rischio/opportunità, anch’esso influenzato dalla gestione delle tematiche ESG.
Al fine, dunque, di assicurare una migliore comparabilità tra le disclosure, ai sensi della nuova disciplina, le aziende saranno chiamate ad utilizzare standard comuni di rendicontazione, attraverso l’adozione dei c.d. European Sustainability Reporting Standards (ESRS), successivamente elaborati dallo European Financial Reporting Advisory Group (EFRAG)³.
Come si evince dalla Direttiva CSRD, l’espressione “informazioni di carattere non finanziario”, fino a quel momento utilizzata in riferimento alle ulteriori informazioni che le aziende erano obbligate a fornire, risulta imprecisa in quanto sottintende che il contenuto di esse sia irrilevante sul piano finanziario. Viceversa, si ritiene che esse – seppur non esprimendo dati di bilancio – siano in realtà pertinenti alla sfera finanziaria. Pertanto, la CSRD sostituisce la precedente definizione di informazioni non finanziarie con quella di “informazioni sulla sostenibilità”, con un cambio di prospettiva che non è quindi esclusivamente di natura terminologica. Infatti, un’ulteriore novità introdotta è rappresentata dalla collocazione delle informazioni nel reporting esterno aziendale; la NFRD consentiva la pubblicazione dei dati e delle informazioni in una relazione separata alla Relazione sulla Gestione, mentre con la CSRD le informazioni ed i dati sulla sostenibilità, invece, ne diventano parte integrante.
La nuova rendicontazione di sostenibilità prevista dalla CSRD sarà poi oggetto di “assurance”, ovvero di una revisione effettuata da uno “statutory auditor”, attraverso la emissione di una conseguente attestazione di certificazione. In una prima fase, questa si configurerà come una “limited assurance” o revisione limitata, attraverso la quale sarà verificata la conformità della rendicontazione ai criteri previsti dalla Direttiva. In una seconda fase, sarà invece prevista la c.d. “reasonable assurance”, elevando quindi il report di sostenibilità allo stesso rango della relazione di revisione emessa su un bilancio d’esercizio.
Inoltre, le aziende saranno tenute a considerare ciascuno dei due aspetti della materialità (c.d. principio di doppia materialità): esse saranno infatti tenute a rappresentare le informazioni che riguardano il modo in cui le questioni legate alle tematiche ESG influiscono sui propri risultati economico-finanziari (c.d. prospettiva inside-out), ma anche come l’attività dell’azienda influisca sulla società e sull’ambiente (c.d. prospettiva outside-in).
Osservando un campione di 1.240 PMI europee durante il triennio 2020-2023 emerge che la percentuale di aziende che hanno già implementato una strategia ESG è salita dal 14% al 23%. Il dato, che suggerisce un importante incremento delle aziende interessate e attive in ambito ESG, si scontra tuttavia con quello delle c.d. imprese ritardatarie, e cioè quelle che non hanno ancora avviato la fase di implementazione di un piano ESG o che si dichiarano non interessate a farlo (20% nel 2020, 37% nel 2023). La variazione di questi dati nell’ultimo triennio mostra una certa polarizzazione verso gli estremi del campione, mentre la categoria dei c.d. “indecisi”, che nel 2020 era rappresentata dal 38% delle società intervistate, nel 2023 decresce significativamente e si attesta alla data intorno al il 16%.
¹Direttiva 2014/95/EU
²Direttiva (UE) 2022/2464 del Parlamento europeo e del Consiglio del 14 dicembre 2022.
³Il primo set di Reporting Standards è stato pubblicato, in qualità di atto delegato, il 22 dicembre 2023.
Alla luce delle novità introdotte dalla CSRD, quindi l’Unione europea conferma il proprio impegno nella promozione delle tematiche ESG, influendo anche sulle aziende provenienti da paesi terzi. Allo stesso modo, possiamo confermare come prioritari gli interessi di investitori e componenti della società civile così come possiamo indicare come particolarmente rilevante l’armonizzazione degli standard di rendicontazione che imporrà maggiore trasparenza e che garantirà certamente un maggior grado di comparabilità delle informazioni.
Il lavoro che attende le aziende sarà molto significativo, soprattutto in termini di raccolta e consolidamento di dati ed informazioni attendibili.
Lo sforzo, a nostro avviso, sarà però premiato ed al maggiore impegno verso la sostenibilità e la responsabilità sociale, corrisponderanno delle valorizzazioni aziendali di maggiore soddisfazione per tutti gli stakeholder.
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