24 OTTOBRE 2023
L’M&A IN ITALIA: I NUMERI DELL’ULTIMO TRIENNIO
Redazione Consilia
l mercato globale delle operazioni di M&A nel 2022 ha mostrato un forte calo rispetto all’anno precedente, anno – lo ricordiamo – di eccezionale ripresa in termini di operazioni di M&A, effettuate dopo il periodo di pandemia.
Nel 2022 le operazioni di M&A hanno registrato un controvalore di circa 3.550 miliardi di euro (-20% YoY), con un calo in termini di numero di operazioni da 49 mila a circa 43 mila operazioni (-12% YoY). Nonostante queste diminuzioni, i volumi complessivi sono rimasti su livelli tra i più elevati dell’ultimo decennio.
In questo contesto il mercato M&A italiano ha mostrato nel 2022 due andamenti opposti: da un lato, il numero di operazioni ha rappresentato un nuovo record nell’ultimo decennio, essendo cresciuto di circa 5,4%, attestandosi a 1.265 (a fronte di 1.200 nel 2021); dall’altro i controvalori sono scesi da 100 miliardi a 84 miliardi di euro (-16%). Nonostante questo recente rallentamento, la dimensione del mercato nel 2022 è stata quasi il doppio di quella registrata nel 2020, all’indomani della pandemia globale (44 miliardi di euro). Gli analisti, per il primo trimestre del 2023, confermano la tendenza negativa – rispetto allo stesso periodo del 2022 –, con un calo del numero di operazioni da 327 a 258 (– 21%) e dei valori, da 17 miliardi a 7 miliardi di euro (-59%), sulla scia delle non favorevoli previsioni su inflazione, politica monetaria restrittiva della Bce e rallentamento della crescita.
Figura 1: Numero di operazioni e controvalore dell’ultimo triennio
Nell’ultimo decennio, le imprese straniere hanno investito in Italia (cross border-in) 207 miliardi di euro (circa il 34% di tutte le operazioni di M&A effettuate nel periodo), leggermente inferiori al valore delle operazioni cross-border-out (224 miliardi di euro).
Nonostante l’elevata volatilità dei volumi e dei controvalori nel decennio, le operazioni in entrata (cross border-in) concluse nel 2022 sono state 441, le più alte del periodo; d’altro canto, in termini di valori, la dimensione del mercato nel 2022 (32 miliardi di euro, +15 miliardi YoY) ha raggiunto il precedente picco del 2015, ed è stato 5 volte più alto del valore raggiunto nel 2020 (circa 6 miliardi di euro).
Figura 2: Numero operazioni, controvalore ed incidenza operazioni cross-border in sul totale.
Tra i player esteri, la distribuzione delle operazioni in entrata nel 2021 e nel 2022 riguarda principalmente la Francia (130 operazioni per circa 14.4 miliardi di euro), Stati Uniti (11.2 miliardi di euro distribuiti su 183 operazioni) e Regno Unito (4.6 miliardi su 118 operazioni). Considerando l’ultimo decennio nel suo complesso (2013/22), gli investitori americani sono stati i leader di mercato (54.9 miliardi di euro), seguiti da quelli francesi (36.2 miliardi di euro).
Le operazioni “Top 10” hanno registrato un valore totale di circa 48 miliardi di euro, pari al 57% della dimensione totale del mercato: 4 operazioni su 10 sono operazioni transfrontaliere in entrata (14.1 miliardi di euro, circa il 30% delle operazioni “Top 10”).
Per quanto riguarda il 2023, il mercato italiano M&A sta mostrando segnali di rallentamento, in conseguenza delle incertezze macroeconomiche e delle politiche monetarie restrittive delle banche centrali.
Nei primi nove mesi del 2023 sono state concluse 888 operazioni (-6% rispetto alle 942 operazioni dello stesso periodo dello scorso anno) per un valore di oltre 17 miliardi di euro (rispetto ai circa 61 miliardi di euro dei primi nove mesi del 2022), di cui un numero molto contenuto è riconducibile a “big deal”. Tra le altre, si possono citare: l’acquisizione da parte di Exor del 15% del capitale di Philips, per un controvalore di oltre 2 miliardi di euro; l’integrazione di Dufry con Autogrill, per un valore di 2,4 miliardi di euro; l’acquisizione da parte di Chiesi Farmaceutici della società irlandese Amryt Pharma, per 1,4 miliardi di euro e l’acquisizione di Centrotec Climate Systems da parte di Ariston Holding per circa 1 miliardo di euro, che rappresenta il più grande investimento nella storia del Gruppo. Nonostante la situazione complessa, gli investitori italiani continuano a investire all’estero: più della metà del controvalore nei primi nove mesi proviene da operazioni chiuse da società italiane all’estero, come, ad esempio, l’acquisizione da parte del Gruppo Ermenegildo Zegna della statunitense Tom Ford International per 136 milioni di euro.
Figura 3: Primi nove mesi 2023, confronto con stesso periodo 2022.
Tra i settori che hanno maggiormente contribuito, si segnalano: il Consumer Markets (270 deal per un valore di oltre 9 miliardi di euro), l’Industrial Markets (225 operazioni per un valore di 3 miliardi di euro), l’Energy&Utilities (72 acquisizioni per un valore di circa 1,7 miliardi di euro) e infine il settore dei Financial Services (31 investimenti per un totale di 1,5 miliardi di euro). Particolarmente significativo, sul fronte dei volumi, risulta essere il contributo del settore TMT, con un totale di 173 transazioni registrate.
In ambito Energy & Utilities, è apprezzabile il contributo apportato dagli investimenti previsti dal PNRR; tra i deal conclusosi, rilevante risulta essere il perfezionamento dell’operazione di acquisizione da parte di SNAM, nel quadro di una partnership paritetica con ENI, del 49,9% del capitale di SeaCorridor S.r.l., società che gestisce il gasdotto internazionale che collega Italia e Algeria, per un controvalore di circa 405 milioni di euro.
Nel settore finanziario, invece, emerge il completamento dell’acquisizione da parte di Intesa SanPaolo Vita del 26,2% del capitale di RBM Assicurazione Salute, con un investimento di 360 milioni di euro.
Tra le ultimissime operazioni in ambito M&A, rilevano la recente acquisizione di Neptune da parte di Eni e di Var Energi, su cui la Commissione europea, chiamata ad esprimersi sulla possibilità che potesse rappresentare una concentrazione d’impresa, ha dato il via libera. L’operazione, quindi, dovrebbe concludersi nei prossimi mesi.
Gli analisti prevedono per il mercato domestico un futuro dinamico e attraente per gli investitori internazionali in conseguenza, essenzialmente, dei seguenti fattori: la crescente internazionalizzazione delle imprese italiane, la transizione energetica e la trasformazione digitale. Nell’ambito di questo contesto saranno richieste ingenti quantità di denaro per alimentare il volume degli investimenti. I grandi fondi istituzionali potranno giocare un ruolo di primo piano, con un focus speciale sui settori Tech, Healthcare, Pharma, Infrastrutture e del settore tradizionale del Made in Italy. Ovviamente, le condizioni di mercato e le recenti ancor più significative turbolenze nei vari teatri di guerra, rendono incerto il futuro e la prospettiva dell’M&A in Italia e anche a livello internazionale.
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