17 SETTEMBRE 2020
Nuovo limite al trasferimento di contanti
Redazione Consilia
Alcune perplessità sull’efficacia dei nuovi limiti Dal 1° luglio la soglia massima per i pagamenti in contanti si è ridotta, passando da 3.000 euro a 2.000 euro. Il limite scenderà ancora, arrivando a 1.000 euro, a partire dal 1° gennaio 2022. Ma quali sono i risvolti pratici di questa novità? Innanzitutto, la violazione si realizza quando il trasferimento intercorre fra soggetti diversi, costituenti distinti centri di interesse (come per esempio tra il socio e la società di cui fa parte, tra il titolare dell’impresa familiare e il collaboratore, tra due società anche se l’amministratore è lo stesso). Ancora, la limitazione all’uso del contante sussiste, per esempio, per la distribuzione dell’utile al collaboratore familiare oppure all’atto del pagamento da parte della società di utili/dividendi ai soci. Questo perché il divieto prescinde dalla causale del pagamento e quindi la violazione è compiuta anche se la transazione è avvenuta nella sfera privata delle persone (pensiamo a una regalia).
Nel caso di più trasferimenti singolarmente di importo inferiore alla soglia di legge, ma complessivamente di ammontare superiore, non rientrano nel divieto:
Scopo della nuova soglia è quello di contrastare la lotta all’evasione fiscale e al riciclaggio. Ma siamo sicuri che il nuovo tetto alla limitazione dell’uso del contante potrà avere gli effetti desiderati?
In effetti qualche dubbio sorge. Dagli ultimi rapporti della Guardia di Finanza traspare come l’evasione fiscale non si realizzi tanto tramite l’utilizzo del contante quanto dalle frodi carosello fra le società, dalla realizzazione di complesse architetture societarie nelle quali è difficile ricostruire le movimentazioni di danaro.
Alcuni Paesi europei, come la Germania, non ha alcuna limitazione nell’utilizzo del danaro contante. Eppure l’evasione fiscale è notevolmente inferiore a quella del nostro Paese.
La stessa Banca Centrale Europea – a seguito delle limitazioni dell’uso del contante in Spagna e Grecia – ha espresso non pochi dubbi sull’efficacia di tale misura come mezzo per contrastare l’evasione fiscale e il riciclaggio di danaro.
Fra le diverse perplessità espresse dalla BCE a parere di chi scrive riveste particolare importanza la considerazione che il pagamento in contanti rimane “particolarmente importante per taluni gruppi sociali che, per varie legittime ragioni, preferiscono utilizzare il contante piuttosto che altri strumenti di pagamento”. In un Paese a prevalente popolazione anziana, non particolarmente abituata ad un uso della moneta elettronica, il pagamento in contante costituisce il principale (se non unico) mezzo di pagamento.
Il contante, inoltre, costituisce un mezzo di pagamento che consente ai cittadini di regolare istantaneamente un’operazione ed è l’unico metodo di regolamento in denaro di banca centrale e al valore nominale che non consente legalmente di imporre tariffe per il suo utilizzo. Senza considerare che il pagamento in contante non richiede l’utilizzo di alcuna infrastruttura funzionale, con i costi che questa comporta.
Da ultimo, l’utilizzo del contante ha anche una funzione educativa sulle fasce più giovani e più deboli, poiché permette di tenere facilmente sotto controllo le spese effettuate. L’utilizzo di un pagamento elettronico, invece, richiede una gestione più consapevole e accurata delle risorse finanziarie che non sempre è di facile realizzazione per quei soggetti che hanno difficoltà ad amministrare le proprie finanze.
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