02 SETTEMBRE
MODA E LEGALITÀ: IL CASO LORO PIANA E LA RESPONSABILITÀ LUNGO LA FILIERA
GOVERNANCE RISK & CONTROL
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Una riflessione a cura di Consilia Business Management
Nel luglio 2025, il Tribunale di Milano ha disposto l'amministrazione giudiziaria per un anno a carico di Loro Piana S.p.A., storica azienda italiana del lusso controllata dal gruppo LVMH, con l'obiettivo di verificare e correggere carenze organizzative nella gestione della propria filiera produttiva.
La misura è di natura preventiva e non penale: Loro Piana non è formalmente indagata, ma secondo il provvedimento del tribunale avrebbe colposamente agevolato un sistema di sfruttamento lavorativo nella propria catena di fornitura.
L'indagine, guidata dalla Procura di Milano, ha messo in luce una rete di subappalti non autorizzati, fino a quattro livelli di profondità, in cui operavano società prive di capacità produttiva autonoma. Alcuni fornitori si sono avvalsi di laboratori cinesi in Lombardia, dove sono state riscontrate gravi violazioni in materia di salute e sicurezza sul lavoro, sfruttamento della manodopera, evasione contributiva e fiscale, e condizioni lavorative al di sotto della soglia di dignità.
Secondo la ricostruzione, il costo effettivo per la realizzazione di un capo in cashmere, poi venduto nei negozi del brand a cifre comprese tra 1.000 e 3.000 euro, era inferiore ai 100 euro. Gli inquirenti hanno identificato lavoratori privi di formazione, dispositivi di protezione individuale, sorveglianza sanitaria e con turni che coprivano anche giorni festivi, in violazione dei contratti collettivi nazionali.
Un problema sistemico: altri casi recenti
Quello di Loro Piana è il quinto caso in meno di due anni in cui un marchio della moda italiana viene colpito da provvedimenti cautelari simili. Lo hanno preceduto: Alviero Martini S.p.A., Armani Operations, Manufactures Dior e Valentino Bags Lab. Una dinamica che rivela quanto il rischio di responsabilità giuridica e reputazionale sia trasversale anche alle aziende più strutturate e iconiche.
La lezione: la responsabilità è anche organizzativa
Questo caso mostra chiaramente che le imprese non possono più considerare la gestione del rischio come un semplice adempimento formale. Al contrario, emerge la necessità di dotarsi di un sistema di controllo interno solido, continuo e capillare, in grado di:
• Mappare la filiera e verificarne la tracciabilità effettiva;
• Valutare la capacità produttiva dei fornitori;
• Dimostrare concretamente l'efficacia delle attività di audit e vigilanza;
• Aggiornare periodicamente il Modello di Organizzazione, Gestione e Controllo ex D.Lgs. 231/2001.
Il nostro modo di lavorare su questi temi:
Come società di consulenza, affianchiamo realtà industriali, commerciali, manifatturiere, bancarie e sanitarie con servizi ad alto valore aggiunto nei seguenti ambiti:
• Risk assessment e gap analysis;
• Valutazione e riorganizzazione della struttura aziendale;
• Elaborazione, aggiornamento e attuazione del Modello 231;
• Gestione responsabile dei fornitori e controlli di terza parte;
• Formazione e cultura aziendale sulla legalità e l'etica del business.
Conclusione
La compliance non è una difesa a posteriori, ma un vero presidio preventivo e strategico. Non è sufficiente esternalizzare per deresponsabilizzarsi: è necessario costruire sistemi di controllo che funzionino, che lascino tracce, e che dimostrino la volontà concreta di prevenire gli abusi ed i comportamenti non idonei e non allineati alle dichiarazioni di codici e annunci di correttezza non veritieri nella sostanza.
La reputazione, oggi più che mai, è parte integrante del patrimonio aziendale. Proteggerla significa scegliere la prevenzione, la trasparenza e la responsabilità come strumenti quotidiani di gestione.
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A cura della Divisione GRC di Consilia Business Management
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